Axel Becker Palazzo Pisani Revedin: Essenza ed Essenzialità: il minimalismo

28/09/2022

Arte Borgo Gallery dal 19 al 31 ottobre presenta la mostra personale di Axel Becker curata da Anna Isopo nel prestigioso Palazzo Pisani Revedin di Venezia, che ospita uno dei Padiglioni della 59 Biennale d’Arte, dal titolo “Essenza ed Essenzialità: il minimalismo”. La produzione di Axel Becker si distingue per uno stile fortemente minimalista ed una ricerca costante dell’essenzialità delle forme, in netta contrapposizione rispetto al caotico insieme di stimoli ed informazioni da cui la società contemporanea viene costantemente subissata e in cui il consumismo è parte integrante del quotidiano. Poiché il minimalismo si pone contro corrente a tutto ciò, l’artista esprime tale contrasto avvalendosi di un linguaggio semplice ma estremamente efficace e sofisticato, basato per l’appunto su una componente concettuale di operazione riduzionista, reso sotto forma di dipinti tridimensionali e sculture realizzate in vari materiali, tra cui vetroresina, ceramica, carbonio, stagno e bronzo.

Attraverso delle opere perlopiù monocromatiche, Becker porta avanti una sintesi espressiva degli elementi compositivi e cromatici dotata di particolare raffinatezza e originalità, volta alla creazione di una poetica artistica intensa e densa di significato, sentimento, concetti ma, soprattutto, personalità. Tali qualità rendono infatti la produzione di Axel Becker del tutto peculiare: le forme sinuose e armoniche delle sue sculture si alternano alle tonalità monocorde dei dipinti, tra concretezza e astrazione. Il risultato è un’evocazione lirica e simbolica, un chiaro riferimento ad un contesto teoretico ed artistico, ma al contempo anche filosofico e metafisico, combinati assieme nell’opera d’arte con l’obiettivo di infondere nel riguardante un’idea astratta ed evocare il senso del sublime e stati interiori profondi. Nella produzione di Axel Becker, natura e umanità si uniscono in un linguaggio artistico sorprendentemente contemporaneo, in cui l’artista supera la distinzione stessa tra dipinto e scultura: lo dimostrano le sue tele monocrome con colature o incrostazioni di metallo fuso e a rilievo, grazie alle quali il dipinto abbandona la sfera della bidimensionalità per sfociare nella dimensione più propria della scultura. Allo stesso modo, avvalendosi anche in questo caso di una gamma cromatica limitata, Becker abbatte la tridimensionalità propria della statuaria, dando vita ad un appiattimento delle forme che ne impedisce la “penetrabilità”. Le sue sculture, si veda “Hommage of Munch - L’Urlo”, nascono infatti da un processo di semplificazione della figura umana; in un gioco di superfici concave e convesse, viene a crearsi una struttura dalle forme aggraziate, dal moto ondulatorio e perciò emblema di un dinamismo prorompente ma, al contempo, essenziale. Attraverso le già citate sedimentazioni di metallo, l’artista-alchimista mette in atto una riflessione sulla Natura e sui suoi quattro elementi: acqua come pietrificata nel suo naturale fluire; gocce di pioggia immobili, stanche di proseguire il loro percorso; magma che si solidifica sulla superficie suggerendo un senso di durevolezza e solidità; inclusioni di materia fusa sulla superficie ad imitazione di pianeti costellati di crateri, cascate e poi ancora forme diverse, sebbene tutte evocatrici dell’immensità della Natura e della grandezza del Cosmo.

Nell’insieme, la produzione di Axel Becker è interamente basata su una riduzione minimale del contenuto artistico e sulla volontà di raggiungere una purezza formale che ci riporta al mondo dell’astrazione. Appare infatti evidente come l’artista abbia appreso la lezione di Mondrian, Malevi? e Klein, dal Nostro rielaborata in chiave moderna e personale. Ponendo l’enfasi sull'oggettualità e sulla fisicità dell’opera e facendo leva su un lessico formale essenziale, Becker va dunque alla ricerca dell’assoluto in un’atmosfera di silenzio quasi religioso, e realizza opere che “raccontano attraverso un linguaggio minimale la complessità di un’anima, un linguaggio eterogeneo polarizzato attraverso una complessa sintesi alla rappresentazione della realtà”.

Martina Scavone